venerdì 1 agosto 2008

SEMPRE AD AGOSTO

Mentre agosto rosso tremava sull’asfalto, seduti dentro a un bar io l’ascoltavo ancora. E lei ancora mi parlava: "Mio padre vende vino, è solo un commerciante ma di cose lui me ne ha insegnate tante”. Una ragazza greca ha il cuore più pulito; una ragazza greca discende dagli dei

– Ivan Graziani

Agosto si affaccia con la sua essenza tipicamente sospesa tra una fine e un inizio di un altro anno. La tradizione delle lunghe vacanze estive che seguivano i ritmi scolastici è lontana ma continua a essere l’estate a scandire gli anni, a separarli fra di loro. Anche se non sono più i tre mesi spensierati nei quali ti ritrovavi stranamente a casa, le mattine di fine giugno, e uscivi a fare le commissioni con tua madre. Dal giornalaio, come premio per l’aiuto con le borse pesanti e le casse d’acqua, uscivi sempre trionfante con una rivista o un gadget sottobraccio (anche se i giornalai/tabaccherie di un tempo non erano i bazar eterogenei di oggi che ti propongono i soliti topolini, dvd e peluche ma anche ciabatte da mare, tricicli e bibite energizzanti).

A metà mattina, appuntamento con il marocchino bollente per tua mamma e bicchierone di vetro blu con succo d’albicocca per te, da consumare appoggiate al bancone lasciandosi cullare dall’aria condizionata del bar. Questa routine durava un paio di settimane, il tempo di partire per il mare, dove vivevi ogni singolo minuto della giornata, cogliendo tutti gli attimi senza avvelenarli con il pensiero futuro della partenza.

L’unica macchia che sporcava la poesia di quelle giornate ricche di iodio e sole era l’ingombro dei compiti per le vacanze. Soprattutto gli esercizi di matematica. C’era Maria (telefonato e poco credibile simbolo della bambina perfettamente disciplinata) che, da brava vice-mamma, doveva fare il bagno ai due fratellini reduci da una lotta nel fango. Tu dovevi gentilmente aiutare Maria, che riempiva la vasca, a calcolare quanti minuti doveva tenere aperto il rubinetto per riempirla fino all’orlo. Oppure ti presentavano Paul (con tanto di vignetta raffigurante uno spilungone biondo con una macchina fotografica al collo), americano in vacanza a Roma, che doveva comprare dei souvenir per i suoi amici ma conservare un budget sufficiente per comprare il biglietto aereo di ritorno.

Quei sussidiari di ripasso erano un incubo già dal primo giorno, dal momento in cui l’insegnante ti dettava titolo, editore e prezzo da scrivere sul diario e mostrare a casa. Non so se fosse colpa degli insegnanti che non diversificavano i testi e assegnavano lo stesso titolo a tutte le sezioni, così come accade sui ricettari di certi medici di base che si concentrano su una ristretta rosa di case farmaceutiche. Oppure se le inadempienze fossero delle librerie che, puntualmente, si facevano trovare sempre “out of stock”, quasi come se l’estate fosse arrivata all’improvviso, sorprendendoli da dietro gli scaffali carichi di romanzi, e avesse impedito loro di organizzarsi per tempo.

I risultati di questo incrocio di indifferenze all’estate erano lunghe code nelle librerie del centro, con 30° sotto i portici e l’auto incandescente in tripla fila. Si lasciava il cognome per prenotare il libro e, siccome la partenza per le spiagge era prossima, si telefonava ogni giorno per sapere se era arrivato. Quando finalmente (per tua madre, non per te) ti consegnavano il tomo trovavi, tra le pagine intensamente profumate di carta, un foglietto con il tuo cognome disegnato da una calligrafia sconosciuta. Nel mio caso questo era spesso errato, con la consonante centrale scambiata per “R” o “N”, creando nuovi cognomi di studenti inesistenti.

Ricordo che un’estate mia madre non era riuscita a procurarselo in tempo e siamo state costrette a grandi sudate per cercarlo nelle librerie di Olbia. Mio padre ci accompagnava ma non si capacitava che ci riducessimo sempre all’ultimo: “Non è possibile. È come se da me venisse un paziente che ha prenotato un’otturazione da una settimana e io mi ritrovo senza amalgama. Come si fa? Non si può vivere così!”. Per fortuna le elementari sarde si erano appoggiate ad altri editori e il testo gettonato in Piemonte era rimasto invenduto sulla costa isolana.

Senza input esterni, divoravo subito le pagine più simpatiche, risolvendo i problemi semplici e completando le comprensioni del testo. Tutto il resto lo lasciavo dopo lo sprint iniziale, e procedevo con incostanza e senza entusiasmo.

A bilanciare il pensiero degli esercizi c’era l’atteso rendez-vous con il corredo scolastico. Le prime due settimane di settembre erano dedicate alla scelta di cartella (che però non si cambiava tutti gli anni), astuccio (ai tempi se non avevi lo Scout non eri nessuno) quaderni e cartelline (raffiguranti gli idoli del momento).

Il primo giorno di scuola si attendeva con nervoso fervore. Rivedendo i compagni dopo due mesi ognuno aveva le sue storie affascinanti da riportare. Se qualcuno non ci credeva o se il racconto suonava inventato, si mostravano i segni tangibili dell’impresa: la croste sul gomito, la treccia colorata fatta alle bancarelle sul lungomare o la polaroid eloquente di te e tuo padre sul pontile con un grande dentice in bella vista.

Psicologicamente parlando, oggi, l’agosto non è più l’intervallo scanzonato fra una classe e l’altra ma è pur sempre il metronomo più fedele degli anni che passano. Ruba completamente la scena al cattedratico fine anno di dicembre che annega nei malinconici veglioni senza dare il tempo di prendere coscienza del tempo che scorre.

Dicembre è un impostore. È a fine agosto che si tirano davvero le somme.


Le sere d’agosto, profumi nell’aria. E nei gelsomini le nuove passioni” – Giuni Russo

Valentina Malcotti©

1 commento:

Lorenzino ha detto...

È proprio vero che non è tempo sprecato, quello che si passa a schiacciare annoiati 'Blog successivo', nella speranza di capitare su una pagina interessante.

Ciao, Valentina. Come forse avrai intuito sono finito qui per caso, e dire che mi piace come scrivi non sarebbe del tutto vero, perché lo adoro.

Complimenti, hai davvero un bello stile a mio parere. Piano piano leggerò dal primo all'ultimo intervento. Continua a postare se hai tempo!