domenica 27 luglio 2008

For you are dust, and to dust you shall return

Una domenica di tarda estate, avrò auto otto o nove anni, venni a conoscenza di questa frase posta all’entrata di un cimitero che superammo lungo il nostro tragitto. Viaggiavo con i miei genitori e mia sorella verso le Langhe. Più precisamente verso Borgomale e Perno d’Alba, borgate d’origine, rispettivamente, di mia nonna e mio nonno paterno.

Fermi a un semaforo, mentre attraversavamo la cittadina di Bra, nell’abitacolo cominciò una discussione sull’inscrizione che era apparsa alla nostra destra. Scolpite nella pietra immobile dell’arcata d’ingresso al cimitero c’erano queste parole: “Noi eravamo come voi, voi sarete come noi”.

Mentre mia sorella rispolverava il suo latino da classicista io non riuscivo a decidere se quelle parole fossero un’amara minaccia o un’ironica condivisione. Decisi per la seconda e ne fui, non senza timore, profondamente affascinata. Quello che non colsi dalle parole dei miei familiari fu che l’epitaffio non rappresentava una peculiarità del cimitero di Bra ma era comune a molti campisanti.

Infatti, per qualche anno Bra, cittadina minore se paragonata alle sua cugina più nobile, Alba, ma pur sempre parte del glorioso arcipelago collinare delle Langhe, per me non era altro che il luogo di quell’inscrizione. Oltre a essere oggetto d’ilarità per i miei compagni anglosassoni che non si capacitavano che esistesse una cittadina che si chiamava “reggiseno”.

Con il passare del tempo, purtroppo, ebbi sempre più occasioni di visitare cimiteri e iniziai a notare l’epitaffio sia su singole tombe che su altre entrate. Attraverso Wikipedia vengo a conoscenza anche di alcune tipiche variazioni: “Quel che sarete voi, noi siamo adesso: chi si scorda di noi scorda se stesso” (sull'ossario dietro la parrocchia del Fopponino, P.za Aquileia, Milano); “Chi io fui tu sei, chi io sono tu sarai” (all'ingresso del cimitero di Ponte Felcino, Perugia).

Sulla scia della stessa ricerca mi sono imbattuta in alcuni epitaffi celebri che, in qualche modo, fanno sorridere a denti stretti:


Non piangete... io vi ho solo preceduti (tomba nel cimitero di Olbia)


Sono morto tante volte, ma così mai (tomba di un attore etrusco)


Hodie mihi, cras tibi (Oggi a me, domani a te) (tomba a Castellammare di Stabia)


Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato (Walter Chiari)


Un quart d'heure avant sa mort, il était encore en vie (Un quarto d'ora prima di morire, era ancora in vita) (epitaffio attribuito a Jacques de La Palice)


Ho smesso di fumare (Gianfranco Funari)


Ed ora che mia suocera qui giace, lei non lo so, ma io riposo in pace (Claudio Medaglia, umorista e vignettista italiano morto a Roma nel 1998)


D'altronde, sono gli altri che muoiono (Marcel Duchamp)


Si prega l'angelo trombettiere di suonare forte: il defunto è duro di orecchie (Georges Bernanos)


Non curante, ma non indifferente (Man Ray)


Ho finito di instupidire (Paul Erdős)


Non fu mai impallato (Vittorio Gassman)


Poeti in vita, poeti anche dopo:


Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me (Immanuel Kant)


La stella più luminosa è quella che si spegne per prima (Jimi Hendrix)


Here lies One Whose Name was written in Water (Qui giace Uno Il cui Nome fu scritto nell'Acqua) (John Keats)


I am Providence (evidente gioco di parole tra la città natale, nonché luogo di sepoltura del "solitario", e la Provvidenza) (Howard Phillips Lovecraft)


Love will tear us apart (L'amore ci farà a pezzi) (Ian Curtis)


Nature, and nature's laws/Lay hid in night/God said, let Newton be!/And all was light (La natura, e le sue leggi/giacevano nascoste nella notte/Dio disse, che Newton sia!/E tutto fu luce) (epitaffio per Isaac Newton, scritto da Alexander Pope)


Nessun amico mi ha reso servigio, nessun nemico mi ha reso offesa, che io non abbia ripagato in pieno (Lucio Cornelio Silla)


Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte (Truman Capote)
Cast a cold eye on Life, on Death. Horseman, pass by! (Getta uno sguardo freddo, sulla Vita, sulla Morte. Cavaliere, prosegui) (William Butler Yeats)


Good friends for Iesus' [Jesus'] sake forbeare/ To digg the dust encloased heare:/ Blest be ye [the] man yt [that] spares thes stones/ And curst be he yt moves my bones (Caro amico per amore di Gesù rinuncia a scavare la polvere che qui è racchiusa. Benedetto colui che risparmia questa pietre e maledetto chi muoverà le mie ossa) (William Shakespeare)


Continua a essere la morte degli altri a farmi più paura. . .



Nessun commento: