Fight Night è scritto con l’andamento di un combattimento: nei primi due capitoli (Il faccendiere e Il figlio dell’eroe)
parte carico, solido sulle gambe, e sferra con stile diversi ganci
grazie a una buona capacità descrittiva e ad alcune introspezioni
incalzanti. All’ultima ripresa però, nel mieloso capitolo intitolato Alba, si cade al tappeto sotto i colpi di un finale debole e di un didascalismo esasperante.
mercoledì 4 febbraio 2015
Recensione a “Fight Night” di Stefano Trucco: la violenza come pornografia con una scrittura vivida e pop
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