Ai testi classici sull'antifascismo e la lotta
partigiana, scritti spesso da ex partigiani e intellettuali dell’epoca,
si sono aggiunte negli anni molte opere revisioniste e sperimentali; dai cantori per eccellenza della resistenza quali Beppe Fenoglio, Cesare Pavese, Italo Calvino ed Elio Vittorini, alle nuove leve che si sono misurate con il tema della memoria scegliendo tagli diversi.
C’è il suo piglio da studioso di identità nazionale nell’ultimo libro di Aldo Cazzullo, Possa il mio sangue servire (Rizzoli, 2015). Non è la prima volta che il giornalista piemontese racconta la resistenza; lo aveva già fatto nel suo primo romanzo, La mia anima è ovunque tu sia (Mondadori, 2011).
Anche lo storico Giovanni De Luna ha fatto di questo periodo uno dei suoi campi semantici: ne La Resistenza perfetta
(Feltrinelli, 2015), De Luna offre un ritratto antirevisionista della
resistenza, il suo è un racconto di un momento a tratti “poetico” per la
storia del nostro Paese, fra partigiani e preti, comunisti e
monarchici. Leggi tutto l'articolo
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