Questa volta Lilli Gruber
non è in terra straniera, seppur lo scenario non manchi di quel curioso
esotismo che investe luoghi familiari quando entrano in una macchina
del tempo. Non ci porta a Baghdad, Teheran, Washington o Mururoa, ma a Bolzano, Pinzon, Neumarkt e Montan. Nel suo ultimo romanzo, Tempesta (Rizzoli, 2014), secondo di una serie cominciata con Eredità (Rizzoli, 2012), la giornalista altoatesina torna a raccontare il Sudtirolo, questa volta durante la seconda guerra mondiale.
Se la veste di narratrice è relativamente nuova non lo è certo la sua autorevolezza di cronista: corrispondente
estera, inappuntabile mezzobusto del TG, con quel suo piglio
carismatico Lilli Gruber è stata la prima donna a condurre un
telegiornale in prima serata. Alla folgorante carriera
giornalistica ha affiancato quella politica di eurodeputata, battendosi
per la libertà d'informazione. Dopo un ventennio in Rai, oggi è il volto del programma di approfondimento Otto e mezzo, in onda su La7.
Con Tempesta, l'instancabile reporter nata a Bolzano, ha proseguito l'indagine autobiografica sulla sua terra d'origine cominciata con L'eredità. Dunque un nuovo capitolo della saga con protagonista la famiglia Rizzolli, antenati della Gruber.
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