
Sono in molti a puntare il dito contro il rito
abbreviato del self-publishing: si dribbla la selezione delle case
editrici, molto severa nel caso degli esordienti; si salta a piè pari la
correzione delle bozze e il libro deve solo essere stampato o liberato
nell’etere come e-book.
Invece di sparare a zero, vale forse la pena appellarsi a un po’ di saggezza orientale e chiedersi se, per il self-publisher, possa valere il principio del tao: nel romantico yang dell’autore indie c’è sempre un po’ di autoreferenzialità yin, così come nel vanitoso self-made writer è racchiuso anche un ammirevole progetto imprenditoriale.
Invece di sparare a zero, vale forse la pena appellarsi a un po’ di saggezza orientale e chiedersi se, per il self-publisher, possa valere il principio del tao: nel romantico yang dell’autore indie c’è sempre un po’ di autoreferenzialità yin, così come nel vanitoso self-made writer è racchiuso anche un ammirevole progetto imprenditoriale.
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